UniCT a Linosa

Ecco un avvincente resoconto delle azioni di monitoraggio e rafforzamento delle popolazioni di Linaria pseudolaxiflora compiute nelle scorse settimane dal team tecnico-scientifico di UniCatania.

Dopo un mese di attesa a causa del mare in tempesta, UNICT riesce a sbarcare sull’isola di Linosa per effettuare il terzo monitoraggio della popolazione naturale di Linaria pseudolaxiflora ed effettuare il primo intervento di rafforzamento con piante propagate da semi presso i laboratori della Banca del Germoplasma dell’Università di Catania.

Il monitoraggio, complice la stagione calda che ha anticipato la fioritura della specie, ha permesso di individuare oltre 250 piante nell’unica stazione conosciuta per l’isola, all’interno del cratere di Monte Vulcano, un edificio vulcanico spento risalente al Pleistocene.  Questo dato, significativamente maggiore rispetto ai due precedenti monitoraggi, fa comprendere come sia complessa la stima di una popolazione in una specie annuale, dove la produzione di piante da un anno all’altro è strettamente legata alle fluttuazioni microclimatiche.

Le ricercatrici di UNICT hanno inoltre caratterizzato la vegetazione e le micro-nicchie in cui si afferma Linaria, al fine di collocare nei siti più idonei le piante destinate al rafforzamento della popolazione.

Le nuove piante sono state collocate in siti idonei ai margini della popolazione esistente, per ampliarne l’estensione.

Per il rafforzamento si è scelto di utilizzare piante provenienti da Gozo, poiché la popolazione di Linosa presenta una forte omozigosità, ossia una bassa diversità genetica, tipica delle popolazioni piccole e isolate. L’apporto di un pool genico più differenziato, come quello ritrovato a Gozo, consente alla popolazione di Linosa di aumentare la propria resilienza includendo nuovi alleli.

Sono state quindi traslocate 104 piante su Monte Vulcano, 24 già adulte ed in piena fioritura e 80 ancora piccole, in stato vegetativo, al fine di testare le possibilità di sopravvivenza di esemplari traslocati in diversi stadi fenologici.

Su 20 delle piante giovani è stato inoltre testato un antico metodo di coltivazione, utilizzato nelle zone più aride della Sicilia. Infatti, sul fondo della buca di messa a dimora delle piante è stato sminuzzato un cladodo di Opuntia ficus-indica, in seguito ricoperto con abbondante suolo. I cladodi di Opuntia ficus-indica sono infatti ricchi in mucillagini che, trattenendo l’umidità del suolo, facilitano l’attecchimento delle piante messe a dimora.

L’intervento di rafforzamento non si è fermato a Monte Vulcano. Infatti, durante i quattro giorni di permanenza sull’isola, tutti i rilievi dell’isola sono stati esplorati alla ricerca di siti idonei ad ospitare Linaria pseudolaxiflora. Sulla base dell’esposizione, delle condizioni microclimatiche e della comunità vegetale presente, il sito migliore si è rivelato Monte Rosso, sul quale sono state messe a dimora 140 piante.

I risultati di questo primo intervento di rafforzamento saranno fondamentali per programmare gli interventi degli anni successivi e per imparare dalla natura come effettuare con successo queste operazioni.

Nello svolgere le attività a Linosa, è stato fondamentale il supporto della comunità locale che con la sua ospitalità, disponibilità e conoscenza del territorio ha contribuito in maniera cruciale al successo dell’operazione.

Le ricercatrici, stanche e accaldate dopo una giornata di lavoro, sono persino state inviate dalla comunità locale a condividere la cena in onore di San Giuseppe, e hanno colto l’occasione per promuovere il progetto SEEDFORCE. Finiti i festeggiamenti, sono state sorteggiate, assieme ad altri doni, tre piantine di Linaria pseudolaxiflora, della cui cura si occuperà il fortunato vincitore: il signor Felice.